ENGLISH VERSION

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

          

 

      

     

                   

29 MAGGIO 2021

di Maria Anna Avveduto

 

ORSON WELLES



George Orson Welles conosciuto semplicemente con Orson Welles nacque a Kenosha il 6 maggio del 1915 e scomparve a Los Angeles il 10 ottobre del 1985.
È considerato uno degli artisti più versatili e innovativi del Novecento in ambito teatrale, radiofonico e cinematografico.
Ha conquistato il successo all'età di ventitré anni grazie allo spettacolo radiofonico "La guerra dei mondi" trasmissione che scatenò il panico in buona parte degli Stati Uniti facendo credere alla popolazione di essere sotto attacco da parte dei marziani.
Questo insolito debutto gli diede la celebrità e gli fece ottenere un contratto per un film all'anno con la casa di produzione cinematografica RKO.
Nonostante questa vantaggiosa clausola, solo uno dei progetti previsti poté vedere la luce: "Quarto potere" del 1941, il più grande successo cinematografico di Welles considerato ancora oggi uno dei migliori film della storia del cinema.
La carriera successiva di Welles fu ostacolata da una lunga serie di difficoltà e inconvenienti che non gli permisero di continuare a lavorare a Hollywood e che lo costrinsero a trasferirsi in Europa, dove continuò a cercare di realizzare le proprie opere finanziandosi soprattutto con apparizioni in film altrui.
Fra i suoi molti progetti, Welles riuscì a realizzare e dirigere numerosi film come: "Macbeth" del 1948, "Otello" del 1952, "L'infernale Quinlan" del 1958, "Il processo" del 1962 e "F come falso" del 1975.
La sua fama aumentò dopo la sua morte avvenuta nel 1985.
Orson Welles è considerato uno dei maggiori registi cinematografici e teatrali del XX secolo.
Ricevette nel 1952 la Palma d'oro al Festival di Cannes che all'epoca si chiamava "Gran Prix du Festival". Ricevette ovviamente altri riconoscimenti tra cui l'Oscar alla carriera nel 1971.
Nel 2002 è stato votato dal British Film Institute come il miglior regista di tutti i tempi.
L'American Film Institute ha inserito Welles al sedicesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema.
«Ho avuto più fortuna di chiunque altro. Certo, sono anche stato scalognato più di chiunque altro, nella storia del cinema, ma ciò è nell'ordine delle cose. Dovevo pagare il fatto d'aver avuto, sempre nella storia del cinema, la più grande fortuna...», questa è una delle frasi celebri di Orson Welles.
Come abbiamo già detto, Orson Welles nacque a Kenosha nel Wisconsin, secondogenito della sua famiglia.
La madre Beatrice Ives era una pianista che aveva scontato una condanna per posizioni politiche fortemente radicali.
Il padre Richard Welles era proprietario di una catena di fabbriche di furgoni e inventore dilettante, discendente da una ricca famiglia della Virginia.
Fin dalla nascita i facoltosi genitori di Orson gli impartirono una educazione poco convenzionale e lo trattarono come il ragazzo prodigio della famiglia indirizzandone il precoce talento verso differenti forme artistiche tra cui il pianoforte e la pittura.
Welles fece la sua primissima apparizione teatrale a tre anni come comparsa nell'opera "Sansone e Dalila" rappresentato all'Opera di Chicago.
Successivamente interpretò la parte del bambino in una versione della Madama Butterfly.
Nel 1919 i suoi genitori si separarono e Orson seguì la madre a Chicago, grazie alla quale frequentò ambienti artistici e intellettuali.
Improvvisamente il 10 maggio del 1924, la madre Beatrice Welles morì a quarantatré anni.
La dolorosa perdita ebbe profondi effetti sulle scelte artistiche di Orson Welles che tornò a vivere col padre e abbandonò per sempre la carriera musicale.
Il dottor Maurice Bernstein, vecchio amico di famiglia dei Welles, stimolò nel ragazzo l'amore per il teatro, regalandogli una lanterna magica, una scatola di colori e un teatrino di marionette, con i quali Orson iniziò a cimentarsi nella messa in scena di spettacoli tutti suoi, nei quali fornì di volta in volta la voce a tutti i personaggi.
A dieci anni, durante il periodo della prima formazione scolastica a Madison nel Wisconsin, Welles si dedicò alle rappresentazioni studentesche scolastiche e diresse ed interpretò "Il Dottor. Jekyll e Mr. Hyde", suo primo spettacolo a Camp Indianola. Intraprese poi gli studi alla Todd School di Woodstock dell'Illinois, una scuola d'avanguardia diretta dal professor Roger Hill.
Durante i cinque anni trascorsi alla Todd School, Welles proseguì le proprie esperienze teatrali e letterarie, recitando in tragedie e drammi storici shakespeariani e cimentandosi addirittura nella magia e nell'illusionismo forme artistiche che rimasero sempre fra i suoi interessi.
Diresse anche una versione del "Giulio Cesare" di Shakespeare con la quale vinse il premio dell'Associazione Drammatica di Chicago per la migliore realizzazione teatrale scolastica.
Nel 1930 il padre morì, lasciando il quindicenne Orson sotto la tutela del dottor Bernstein.
L'anno seguente Orson si diplomò alla Todd School e dopo aver frequentato brevemente il "Chicago Art Institute", ottenne dal dottor Bernstein il permesso di rinviare l'iscrizione all'Università di Harvard e di partire per l'Irlanda per una sorta di "giro artistico" con l'obiettivo principale di sfondare nella pittura. Spostandosi con un carretto trainato da un asino, che molte volte usava come tetto per la notte, Welles dapprima visitò le Isole Aran e si trasferì poi a Dublino dove esaurì le proprie finanze tanto da essere costretto a vendere il suo asino.
Welles decise di tentare la strada del teatro e si presentò quindi a Hilton Edwards, direttore del "Gate Theatre di Dublino", sostenendo di essere un "famoso attore newyorkese" e ottenendo un ingaggio fra gli attori principali.
La sua prima interpretazione fu il duca Karl Alexander del Württemberg nell'edizione teatrale di Jew Süss.
Nel 1933 dopo aver lavorato per due anni come regista e attore in diversi spettacoli anche presso l'Abbey Theatre, Welles decise di trasferirsi a Londra per cimentarsi nel teatro inglese ma gli fu rifiutato il permesso di lavoro.
Fu costretto a rientrare negli Stati Uniti dove realizzò spettacoli presso la Todd School e collaborò con Roger Hill alla stesura di una serie di saggi su Shakespeare che apparvero nella collana editoriale Everybody's Shakespeare.
Nel 1934 il diciannovenne Welles sposò l'ereditiera Virginia Nicolson dalla quale avrà una figlia che nacque nel 1937 alla quale venne dato l'insolito nome di Christopher.
Alla Todd School girò il suo primo cortometraggio "The Hearts of Age", nel quale interpretò la grottesca figura della Morte e a cui partecipò anche la moglie Virginia nel ruolo di un'anziana gentildonna.
Questo breve film muto in 16 mm si ispirava all'opera di registi dell'epoca da Erich von Stroheim a Luis Buñuel. Già in questo cortometraggio si nota come la composizione dell'immagine caratterizzi in maniera evidente la tecnica registica di Welles.
In soli quattro minuti la pellicola presentava già tutti gli elementi della futura produzione cinematografica di Welles.
Anche l'accuratezza del trucco rappresentò un elemento fondamentale e rivelò una tendenza che Welles sviluppò nel corso della sua carriera di attore, quella del camuffamento e del travestitismo con l'utilizzo di elaborate tecniche di trucco.
In "The Hearts of Age", Welles apparve come un vecchio anche se aveva solo 19 anni e in seguito dedicò sempre una particolare attenzione al make up, già ad iniziare da Quarto potere.
Nel 1934 Welles si trasferì definitivamente a New York e debuttò a Broadway dove interpretò la parte di Tibaldo in "Romeo e Giulietta", nella compagnia di Katharine Cornell, interprete del ruolo di Giulietta.
Welles iniziò a lavorare alla radio.
Nello stesso periodo intraprese la collaborazione artistica con il regista e produttore teatrale John Houseman mettendo in scena lo spettacolo "Panic".
Il periodo dell'affermazione di Welles coincise con un momento di forte impegno sociale da parte del mondo teatrale americano.
Nonostante una certa opposizione da parte degli ambienti politici più conservatori, Welles e Houseman decisero di rappresentare l'opera musicale "Cradle with Rock" di Marc Blitzstein considerato il primo "dramma proletario" della storia del teatro americano.
Il governo tentò però di impedire la messa in scena e la sera della prima ovvero il 16 giugno del 1937, il cast trovò l'ingresso del Maxine Elliott Theatre sbarrato e l'edificio occupato dalle forze dell'ordine.
Questo inconveniente non scoraggiò Welles, che improvvisò lo spettacolo su due piedi fuori dal teatro per intrattenere gli spettatori fino alla risoluzione del problema.
Venne affittato il Venice Theatre a ventuno isolati di distanza e il pubblico fu invitato a recarsi fino al nuovo teatro, dove lo spettacolo venne rappresentato a sipario chiuso senza scenari né costumi, con gli interpreti che recitarono lungo le corsie della platea poiché i regolamenti sindacali vietavano al cast di entrare in scena.
Il solo Blitzstein occupò il palcoscenico, recitando le didascalie che accompagnavano i movimenti di scena e suonando al pianoforte le musiche.
Lo spettacolo ottenne un tale successo che venne replicato in questa forma improvvisata fino al successivo 1º luglio.
Chiusa l'esperienza del Federal Theatre, Welles e Houseman fondarono una nuova compagnia di prosa, il "Mercury Theatre" con l'intento di mettere in scena opere classiche e moderne.
La compagnia (che il giovane regista dirigerà fino alla fine del suo periodo hollywoodiano) debuttò con una versione del "Giulio Cesare" di Shakespeare ambientata nell'Italia fascista, una rappresentazione che suscitò subito diverse polemiche.
Nell'estate del 1938 Welles e la compagnia "Mercury Theatre" diventarono una presenza quotidiana nelle trasmissioni dell'emittente radiofonica CBS, con il programma Mercury Theatre on the Air nel quale vennero proposte reinterpretazioni audio di classici od opere letterarie popolari.
Welles sapeva che la CBS trasmetteva su frequenze vicine a quelle della più seguita NBC, dove nello stesso momento andavano in onda le popolari trasmissioni del comico e ventriloquo Edgar Bergen e del suo pupazzo Charlie McCarthy, ma sapeva anche che Bergen, in un momento ben preciso della sua trasmissione, mandava sempre in onda uno stacco musicale durante il quale il pubblico tendeva a cambiare stazione: fu in quel momento che Welles decise di far atterrare i suoi marziani.
La scelta si rivelò efficace perché gli Stati Uniti piombarono nel caos.
Secondo la testimonianza di molti collaboratori tra cui l'assistente personale Alland, l'executive della CBS Davison Taylor piombò in camera di registrazione dopo 15 minuti ed esclamò, rivolto a Welles: "Per Dio, interrompi questo coso! Là fuori la gente è impazzita!".
Poco dopo Welles rispose al direttore generale della CBS Paley (giunto in ciabatte e accappatoio), che gli intimava di chiudere la trasmissione: "Interrompere? Perché? Devono avere paura, mi lasci continuare!", salvo poi dichiarare il contrario in tutte le interviste successive.
«Per quello che abbiamo fatto sarei dovuto finire in galera, ma al contrario, sono finito a Hollywood», affermò
Orson Welles.
Prima del suo vero debutto cinematografico in "Quarto potere", Orson Welles aveva già diretto un film: "Too Much Johnson" un mediometraggio girato nel 1938 che era destinato a essere inserito all'interno dell'omonima farsa teatrale che però non venne mai messa in scena.
L'unica copia di quel mediometraggio andò perduta nel 1970 nell'incendio della sua villa di Madrid. «Era un bel film. Avevamo creato una Cuba da sogno a New York. L'ho guardato 4 anni fa e la stampa era in ottime condizioni. Sapete, non l'avevo mai montato. Pensavo di metterlo insieme per darlo a Joe Cotten come regalo di Natale qualche anno, ma non l'ho mai fatto», affermò Orson Welles.
Una copia del film è stata ritrovata il 7 agosto 2013, in un magazzino a Pordenone.
Restaurata della Cineteca del Friuli, l'opera è stata proiettata il 9 ottobre 2013 nell'ambito della manifestazione delle Giornate del Cinema Muto.
Il 21 agosto sottoscrisse con la RKO Pictures il più vantaggioso contratto mai offerto da uno studio.
In qualità di attore, sceneggiatore, regista e produttore, Welles avrebbe ricevuto un compenso previsto in 50.000 dollari di anticipo oltre al 20% degli incassi lordi per la realizzazione di tre film.
Il contratto gli concedeva inoltre la libertà artistica assoluta, una libertà che chiunque a Hollywood avrebbe desiderato e che probabilmente stava contribuendo ad alimentare l'invidia dell'ambiente del cinema nei confronti del nuovo arrivato.
Per il suo primo progetto alla RKO, Welles iniziò a lavorare a un adattamento del romanzo "Cuore di tenebra" (Heart of Darkness) di Joseph Conrad.
La sceneggiatura che venne realizzata in poco tempo, prevedeva alcune variazioni rispetto al romanzo.
Il ruolo di protagonista femminile venne affidato all'attrice Dita Parlo mentre parte del cast era composto da attori provenienti dal "Mercury Theatre", i quali, grazie a Welles avevano ottenuto a loro volta un contratto con la RKO e sarebbero apparsi a breve in "Quarto potere". Il progetto però fallì per molteplici circostanze.
La Parlo venne trattenuta in Francia con l'accusa di collaborazionismo, la RKO non si dimostrò disposta a riporre fiducia in una tecnica registica così rivoluzionaria mentre il budget del film si rivelò troppo alto vista anche la necessità di allestire un set che ricostruisse gli ambienti africani.
Senza perdersi d'animo, Welles si dedicò al secondo progetto con la RKO e decise di girare "Smiler with a Knife" un film poliziesco.
Anche in questo caso, la pellicola non vide mai la luce, si dice per la rinuncia da parte delle due interpreti scelte, Carole Lombard e Rosalind Russell, le quali temevano di rovinare la propria reputazione partecipando ad un film diretto da un regista alle prime armi.
Come in seguito dichiarò Welles, in realtà Carole Lombard gli era amica e lo appoggiava, ma la casa di produzione dell'attrice non le diede il permesso di partecipare al film.
Arriviamo a "Quarto potere".
«Quarto potere racconta la storia dell'inchiesta fatta da un giornalista di nome Thompson per scoprire il senso delle ultime parole di Charles Foster Kane. Poiché il suo parere è che le ultime parole di un uomo devono spiegare la sua vita. Forse è vero. Lui non capirà mai cosa Kane volesse dire, ma il pubblico, invece, lo capisce. La sua inchiesta lo porta da cinque persone che conoscevano bene Kane, che lo amavano e lo odiavano. Gli raccontano cinque storie diverse, ognuna delle quali molto parziale, in modo che la verità su Kane possa essere dedotta soltanto - come d'altronde ogni verità su un individuo - dalla somma di tutto quello che è stato detto su di lui. Secondo alcuni Kane amava soltanto sua madre, secondo altri amava solo il suo giornale, solo la sua seconda moglie, solo se stesso. Forse amava tutte queste cose, forse non ne amava nessuna. Il pubblico è l'unico giudice. Kane era insieme egoista e disinteressato, contemporaneamente un idealista e un imbroglione, un uomo grandissimo e un uomo mediocre. Tutto dipende da chi ne parla. Non viene mai visto attraverso l'occhio obiettivo di un autore. Lo scopo del film risiede, d'altra parte, nel proporre un problema piuttosto che risolverlo.», racconta con la sua voce Orson Welles.
Come affermò Welles, il terzo film previsto dal contratto con la RKO iniziò a prendere forma già durante la progettazione di "The Smiler with a Knife".
Oltre a Welles, lavorarono alla sceneggiatura anche John Houseman e il neoassunto Herman J. Mankiewicz.
Il film in principio doveva intitolarsi "Welles1", poi passò a chiamarsi "American", fino a prendere il suo titolo definitivo, "Citizen Kane" letteralmente "Il cittadino Kane" in titolo italiano invece "Quarto potere".
Il film venne definito dal cineasta Fracois Truffaut «il film dei film che ha ispirato l'esordio del maggior numero di registi e attori».
Questa volta Welles puntò a scrivere un soggetto completamente originale.
Il soggetto venne ispirato dalla figura del magnate della stampa William Randolph Hearst e la trama del film sembrerebbe riprendere a grandi linee molti riferimenti alla vita di Hearst.
La storia racconta di Kane che nonostante i grandi possedimenti ereditati, si interessa quasi esclusivamente del suo piccolo giornale e lo amplia fino a farlo diventare una pubblicazione a tiratura nazionale, creando un impero editoriale le cui prese di posizione saranno tutt'altro che imparziali, così come Hearst era noto per le sue battaglie e crociate, e in gioventù aveva attaccato il trust dei trasporti.
Kane si sposa due volte, la seconda con un'attrice-cantante-ballerina (Hearst era notoriamente legato all'attrice Marion Davies), e tenta senza successo di entrare in politica; la realizzazione di Xanadu ricorda la residenza che Hearst si fece costruire (il castello di San Simeon, che divenne famoso anche per gli avvenimenti mondani legati a Hollywood e al mondo del cinema);
Kane acquista ogni genere di opera d'arte per il solo gusto di possederla, esattamente come faceva Hearst con la sua mania per il collezionismo che lo spingeva a comprare oggetti che poi lasciava imballati nelle casse; negli ultimi anni di vita Kane si ritira a vita privata, isolandosi per evitare ogni contatto umano.
Altre interpretazioni ritengono invece che il film possa essere stato ispirato da Jules Brulatour, proprietario della Kodak e pioniere dell'industria cinematografica, oppure dall'eccentrico produttore Howard Hughes, come riportato in F come falso.
Lo stesso Welles dichiarò a Peter Bogdanovich che per tratteggiare il protagonista della storia, in prima battuta si pensò a Hughes per passare subito ai padroni della carta stampata e ai tycoon della fine del secolo.
Welles affidò la maggior parte dei ruoli principali del film agli attori con i quali aveva già lavorato al "Mercury Theatre" e che provenivano dall'esperienza della radio: Joseph Cotten, Agnes Moorehead, Everett Sloane, Ray Collins, George Coulouris, Erskine Sanford e Paul Stewart.
La sceneggiatura di "Quarto potere" richiese oltre tre mesi di lavoro e le riprese presero il via il 30 luglio del 1940, mentre il montaggio iniziò il 23 ottobre dello stesso anno.
La data d'uscita di Quarto potere prevista in origine per il 14 febbraio del 1941, fu rimandata più volte, tanto che Welles minacciò la RKO di inadempienza contrattuale per questo ritardo.
La polemica smosse la casa di produzione, che stava cercando di sfruttare la pubblicità creata dalla controversia per lanciare il film la cui prima per la stampa avvenne il 9 aprile del 1941.
Il film venne proiettato per la prima volta al pubblico newyorkese al cinema RKO Palace a Broadway, il 1º maggio del 1941.
Quarto potere faticò a ottenere il grande successo di pubblico, principalmente a causa dell'opera di boicottaggio intrapresa dai periodici dell'impero editoriale di Hearst che non consentì al film una distribuzione adeguata nelle sale maggiori e nelle catene.
Al contrario le recensioni della critica accolsero invece il film come uno dei più grandi capolavori del cinema di sempre.
Con Quarto potere, Orson Welles scardina le pratiche del cosiddetto "cinema delle origini" rifondando, di fatto le tecniche della ripresa cinematografica affidandosi a innovazioni artistiche nella narrazione, nelle tecniche di ripresa e nel ricorso al simbolismo.
Rielaborando meccanica, ottica e illuminotecnica, ricostruisce e migliora lo stile di maestri del "primo cinema" come David Wark Griffith dai quali trae ispirazione e suggestioni.
Con il ruolo del protagonista Charles Foster Kane, Welles dimostrò inoltre la propria sensibilità e abilità interpretativa arrivando a coprire tutte le fasi dell'esistenza del personaggio.
Di fondamentale importanza per l'interpretazione di Welles fu anche l'abilità del truccatore Maurice Siederman, il cui impegno riuscì a rendere estremamente convincenti i vari passaggi dell'esistenza di Kane, dai venti ai settantasette anni.
Ma Orson Welles era truccato anche nelle scene che lo ritraggono Kane da giovane.
Ma l'aspetto più innovativo del film è costituito dall'uso, per la prima volta consapevole e sistematico, della profondità di campo (deep focus) e del piano sequenza.
La prima tecnica venne studiata e approfondita dal celebre direttore della fotografia Gregg Toland che ricorse a speciali lenti a cui erano applicate delle ghiere metalliche scanalate (o "Waterhouse stops") che consentivano di variare la profondità di campo mentre la macchina da presa si trovava in funzione, e all'utilizzo di pellicola ultrasensibile che all'inizio degli anni quaranta iniziava a essere immessa sul mercato.
A livello di scrittura, l'innovazione principale consiste invece nel ricorso all'uso sistematico di flashback, contrario allo stile classico dei film.
Secondo le classifiche dell'AFI e del BFI e di molti altri critici, "Quarto potere" viene considerato il "Più bel film della Storia del Cinema".
Il secondo film che Welles diresse per la RKO nel 1942 fu il più sobrio e tradizionale "L'orgoglio degli Amberson" titolo originale "The Magnificent Amberson" adattato dall'omonimo romanzo di Booth Tarkington vincitore del premio Pulitzer.
Con questa pellicola, i dirigenti della casa di produzione riponevano le speranze di recuperare gli investimenti persi con il parziale flop commerciale del film precedente.
Welles considerò questa pellicola addirittura migliore di "Quarto potere", ritenendola una realizzazione più matura, più studiata e con una tecnica registica già differente dal primo film.
In sostanza, il film aveva tutte le premesse per diventare un grande successo e una grande opera d'arte cinematografica ma anche in questo caso Welles trovò davanti a sé una strada irta di difficoltà poiché si preparavano nuovi scontri con la casa produttrice.
Durante le riprese, il governo degli Stati Uniti chiese a Welles di realizzare un film documentario sull'America meridionale.
Welles lasciò dunque il paese per cominciare le riprese di "It's All True", dopo aver montato la prima copia di bozza di "L'orgoglio degli Amberson", pensando di poter continuare a inoltrare tramite telegramma le istruzioni finali ai suoi collaboratori.
A questo punto la RKO, già in difficoltà finanziarie e spaventata da un possibile nuovo insuccesso commerciale, prese il controllo della pellicola dallo staff della Mercury Production di Welles e operò un taglio di oltre 50 minuti di girato, mentre alcune scene comprese quelle finali che vennero filmate ex novo ed aggiunte o sostituite a quel che restava della prima versione.
La pellicola originale tagliata, compreso il finale originale che Welles aveva girato, andò irrimediabilmente perduta.
L'intervento della RKO che attenuò fortemente i toni nostalgici e agrodolci de "L'orgoglio degli Amberson" fu solo il primo di una lunga serie di persecuzioni e dannose interferenze da parte dei produttori, che Welles dovrà affrontare nel corso di tutta la sua carriera a Hollywood.
Durante la lavorazione de L'orgoglio degli Amberson, Welles fu contemporaneamente impegnato come attore sul set di un'altra pellicola, la spy-story "Terrore sul Mar Nero", tratta da un romanzo di Eric Ambler e girata in simultanea in un vicino teatro di posa.
Scritto e interpretato assieme a Joseph Cotten, il film venne frettolosamente realizzato di notte e non convinse la casa di produzione che lo farà uscire soltanto nell'agosto del 1943, limitandone la durata a 71 minuti e ricavandone scarso successo.
Welles, che nel film impersona il sanguinario e caricaturale colonnello Haki, capo della polizia segreta turca riuscì in un primo tempo ad ottenere dalla RKO la facoltà di rigirare il finale e di integrare la storia con la voce narrante di Joseph Cotten ma questo tentativo non giovò comunque al film.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, molti artisti si impegnarono in campo politico o addirittura si arruolarono, ma Welles cercò di evitare il servizio di leva.
Si scoprì successivamente che Welles aveva evitato il servizio militare tramite una lettera indirizzata alla Metro Goldwin Meyer datata 28 aprile 1943 e diretta all'Office War Information nella quale il regista chiede l'esonero dal servizio militare per partecipare a una produzione cinematografica basata su "Guerra e pace" di Tolstoj però mai realizzata.
All'indomani dell'attacco giapponese a Pearl Harbor - nell'ottica di avvio di un'azione di propaganda in America latina per timore di una possibile influenza nazista in quei paesi, Welles venne interpellato dal Governo degli Stati Uniti che lo incaricò di raggiungere il Brasile per girare un film sul Carnevale di Rio de Janeiro compromettendo così la prosecuzione del lavoro del regista sia per "L'orgoglio degli Amberson" che per "Terrore sul Mar Nero".
Welles partì per il Brasile dove il 13 febbraio prese il via il carnevale.
Nel frattempo la casa produttrice RKO subì un avvicendamento ai vertici dirigenziali: George Schaefer, protettore di Welles, venne sostituito da Charles J. Koerner, che licenziò in tronco il regista e decise di richiamare la troupe dal Brasile revocando la disponibilità dei fondi residuati.
Con il fallimento del film, tutto il lavoro rimase inutilizzato e venne depositato negli archivi RKO.
L'unico materiale oggi visionabile è contenuto in "It's All True", ovvero nel documentario omonimo che racconta la realizzazione del film uscito negli anni novanta.
Per alcuni anni, durante il periodo della seconda guerra mondiale, Welles rimase lontano dal mondo del cinema, dedicandosi a trasmissioni radiofoniche di propaganda per la CBS e, in particolare, ad attività di carattere politico quali un ciclo di conferenze sulla natura del fascismo e al sostegno all'amministrazione del presidente statunitense Roosevelt per il quale scrisse diversi discorsi politici.
Nel frattempo Welles, che nel 1939 aveva divorziato dalla prima moglie Virginia Nicolson e che aveva avuto una successiva relazione con l'attrice messicana Dolores del Río, nel 1943 si risposò con Rita Hayworth, la cui interpretazione in Gilda del 1946 la consacrerà come uno dei maggiori sex symbol del dopoguerra.
Dal matrimonio con la Hayworth nel 1944 nacque una figlia che chiamarono Rebecca morta nel 2004.
Welles ritornò al cinema grazie al produttore David O. Selznick che lo scritturò per interpretare il dramma in costume "La porta proibita" nel 1944 tratto dal romanzo Jane Eyre, accanto a Joan Fontaine.
Il successivo impegno cinematografico di Welles rappresentò uno dei momenti più curiosi e affascinanti della sua carriera.
Nel film "La nave della morte" del 1944, un tipico prodotto hollywoodiano del periodo bellico composto di sketch e numeri musicali di intrattenimento, Welles ricorse a una sua antica passione: l'illusionismo.
Dopo l'interpretazione di un veterano della prima guerra mondiale nel dramma sentimentale "Conta solo l'avvenire" del 1945, accanto a Claudette Colbert.
Welles riuscì a realizzare ancora tre film a Hollywood: nel primo, "Lo straniero" del 1946, Welles diresse Loretta Young e Edward G. Robinson, interpretando anche il ruolo del protagonista, un ex nazista che tenta di nascondere il proprio passato sotto l'identità di un professore che insegna in un college di un piccolo centro del Connecticut.
Nel 1946 Welles ritornò al teatro con "Around the World", un adattamento musicale de "Il giro del mondo in ottanta giorni".
Lo spettacolo ottenne un grande successo di critica ma lo scarso riscontro di pubblico lasciò Welles in disastrose condizioni finanziarie e lo costrinse a raggiungere un frettoloso accordo con Harry Cohn, boss della casa produttrice Columbia, per dirigere "La signora di Shanghai", un curioso mix di dramma e elementi noir, in cui recitò anche nel ruolo del protagonista, il marinaio Michael O'Hara, e affidò alla moglie Rita Hayworth il personaggio di Elsa Bannister, una femme fatale falsa e amorale.
L'uscita del film, oggi considerato un "classico", venne bloccata da Harry Cohn, inorridito dalla possibile reazione del pubblico di fronte alla drastica trasformazione dell'immagine della Hayworth.
"La signora di Shanghai" verrà distribuito solo nel 1948 all'epoca in cui Welles e la Hayworth avevano avviato le pratiche di divorzio dopo un matrimonio durato cinque anni.
La Hayworth, in seguito, lodò in più di un'occasione la pellicola, considerandola una delle più belle della propria carriera e sostenendo di aver creduto moltissimo nelle capacità dell'ex marito affidandosi senza timori al suo genio.
Archiviata l'esperienza nel genere noir, nell'estate del 1947 Welles si dedicò alla trasposizione cinematografica del "Macbeth" di Shakespeare di cui fu regista e interprete, ottenendo dalla casa produttrice "Republic Pictures" un tempo di soli 23 giorni per terminare la lavorazione.
Welles aveva disegnato personalmente le scenografie, ma esse risultarono fuori budget per cui dovette accontentarsi di utilizzare sfondi di fortuna come la vecchia miniera di sale solitamente impiegata come set dei western della Republic.
Nelle sequenze relative alla battaglia, Welles utilizzò i cameramen come comparse, vestendoli solo sul dorso per filmarli durante i primi piani del combattimento. Nonostante i mezzi tecnici limitati e le restrizioni in termini di tempo, la versione del Macbeth realizzata da Welles è da considerarsi parzialmente riuscita ma non bastò ad evitare la mediocre conclusione della prima fase hollywoodiana della sua carriera.
Nel 1948 Welles lasciò definitivamente la cittadina californiana e si trasferì in Europa dove iniziò a concentrarsi su una nuova trasposizione di un dramma shakesperiano, l'Otello, che intendeva dirigere e interpretare.
La necessità di finanziare questo progetto lo costrinse ad accettare alcune parti in film americani realizzati in Europa, quali "Cagliostro" del 1949, "Il principe delle volpi" del 1949 e "La rosa nera" del 1950, gli ultimi due accanto a Tyrone Power.
Si tratta di pellicole in costume, con scenografie ridondanti, in cui Welles si produsse in annoiate interpretazioni di personaggi intriganti e appesantiti da eccessivi orpelli.
Nel 1949, Welles ottenne un ruolo che si rivelò di fondamentale importanza per la sua carriera e nel quale verrà spesso identificato in futuro, quello di Harry Lime ne "Il terzo uomo" (The Third Man, 1949), diretto da Carol Reed e sceneggiato dallo scrittore inglese Graham Greene, che dal film trarrà successivamente un romanzo di successo.
Ambientato nella Vienna dell'immediato dopoguerra, il film ruota attorno alla misteriosa figura di Harry Lime, un ignobile avventuriero che traffica in penicillina adulterata in una città sconvolta dagli eventi bellici.
Il film ottenne un enorme successo di pubblico e la carismatica presenza di Welles, che appare per pochi minuti ma il cui cinico e sfrontato personaggio è continuamente citato per tutto il film, contribuì a consolidare la sua popolarità, già nel frattempo rafforzata fin dal pubblicizzato matrimonio con Rita Hayworth.
Con la realizzazione dell'Otello nel 1952 che richiederà quasi tre anni di lavoro, Welles iniziò la sua avventura da regista in Europa, affrontando una lunga serie di difficoltà professionali, quali la costante necessità di reperire i fondi necessari, il sopravvenuto fallimento della casa produttrice del film, la "Scalera Film" di Roma.
Girato in esterni a Mogador e Safi, sulla costa del Marocco, a Venezia e a Tuscania, nel 1952 l'Otello di Welles si aggiudicò la Palma d'oro al Festival di Cannes (in ex equo con "Due soldi di speranza" di Renato Castellani), partecipando come rappresentante degli Stati Uniti.
I successivi impegni videro Welles dividersi tra alcune produzioni europee girate in Inghilterra, Francia e Italia.
Proprio in Italia partecipò come attore al film "L'uomo, la bestia e la virtù" del 1953 diretto da Steno e interpretato al fianco di Totò.
Iniziò inoltre a lavorare anche per la televisione, dirigendo due serie per la BBC inglese e tornando a New York nel 1953 per una versione del "Re Lear" destinata ad andare in onda all'interno di "Omnibus", serie televisiva della CBS.
Con "Rapporto confidenziale" del 1955, Welles tornò alla regia cinematografica, scegliendo un tema per certi versi analogo a "Quarto potere", ovvero la storia di Mr. Gregory Arkadin, un potentissimo arricchito che tenta di disfarsi di chiunque possa scoprire gli infamanti segreti del suo passato e le vergognose origini della sua potenza finanziaria.
Il ruolo della figlia di Arkadin, Raina, venne interpretato da un'attrice italiana, la contessina Paola Mori che nel maggio del 1955, diventò la terza signora Welles.
Nel novembre dello stesso anno nacque la loro figlia Beatrice.
Dopo quasi dieci anni di lontananza, nel 1957 Welles rientrò a Hollywood.
Il suo aspetto diventato massiccio lo faceva sembrare più anziano dei suoi 42 anni e gli precluse ormai quei ruoli romantici che aveva affrontato negli anni quaranta.
Nei suoi primi due film subito dopo il ritorno, Welles interpretò due figure di "americano del Sud": ne "La tragedia del Rio Grande" del 1957 è Virgil Renchler, un malvagio proprietario terriero che dirige dispoticamente un grosso ranch nel sud-ovest e si scontra con lo sceriffo del luogo (Jeff Chandler); nel film "La lunga estate calda" del 1958, dove è Will Varner, un rozzo piantatore sudista di mezza età, personaggio con cui Welles poté contrapporre la propria recitazione teatrale e la propria accurata dizione allo stile introspettivo del Metodo Stanislavskij dei suoi partner, Paul Newman, Joanne Woodward e Anthony Franciosa.
Nel 1958 Welles accettò un incarico dalla "Universal Pictures" per dirigere e interpretare "L'infernale Quinlan", un film inizialmente di ambizioni modeste che si rivelò invece, secondo il parere degli storici del cinema e di parecchi estimatori, come un altro capolavoro assoluto di Welles.
Il celebre incipit de "L'infernale Quinlan", materia di studio nelle scuole di cinema, è costituito da un lungo piano sequenza introduttivo, che Welles dirige in maniera magistrale e per mezzo del quale coinvolge immediatamente il pubblico, fornendo un meccanismo narrativo di forte tensione emotiva.
Nel film troviamo come cast: Charlton Heston e Janet Leigh.
Dopo un'apparizione ne "Le radici del cielo" del 1958, per la regia di John Huston, in cui interpretò Cy Sedgewick, un untuoso opinionista televisivo, Welles prese parte al film "Frenesia del delitto" del 1959, basato sul celebre caso giudiziario Leopold e Loeb, in cui ebbe l'opportunità di prodursi in un'incisiva interpretazione dell'avvocato Jonathan Wilk, difensore dei due giovani protagonisti.
Dopo il breve intermezzo hollywoodiano, i perenni vagabondaggi professionali riportarono Welles in Europa per tentare di realizzare nuovi progetti, come al solito ricorrendo ai compensi percepiti per i suoi ruoli di attore.
Consapevole di non disporre di sufficienti risorse economiche, Welles fece inoltre ricorso ai suoi fondi personali oppure si trovò costretto a rivolgersi ad atipici finanziatori di scarsa affidabilità.
All'inizio degli anni sessanta comparve in alcune grossolane produzioni in costume, come "David e Golia" del 1960, "I tartari" del 1961 e "Le meravigliose avventure di Marco Polo" (Lo scacchiere di Dio) del 1964, dove il suo sforzo interpretativo era ridotto al minimo.
Tuttavia ebbe modo di dirigere e interpretare nel 1962 un'opera di spicco come "Il processo", trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Franz Kafka, film del quale ottenne finalmente la possibilità di curare personalmente il montaggio finale senza interferenze e che risultò assai notevole sotto l'aspetto visivo con gran parte delle sequenze girate nei locali abbandonati della Gare d'Orsay di Parigi, e in Jugoslavia in edifici dell'era sovietica.
Partecipò inoltre all'episodio "La ricotta" diretto da Pier Paolo Pasolini e nel film "Ro.Go.Pa.G." del 1963.
Grazie a finanziamenti svizzeri e spagnoli, Welles poté coronare un suo antico sogno, quello di tornare all'amato Shakespeare per interpretare il ruolo di Falstaff, dando vita al personaggio nel quale si sentì a suo agio più che in tutti gli altri ruoli shakespeariani che aveva interpretato per il cinema.
Con "Falstaff", Welles venne acclamato in Francia e vinse un premio speciale "per il suo contributo al cinema mondiale" al "Festival di Cannes", dove fu salutato dall'ovazione di pubblico e critica.
Negli Stati Uniti il film venne invece accolto da recensioni contrastanti e ottenne una distribuzione appena marginale.
In "Storia immortale" del 1968, tratto da una novella della scrittrice danese Isak Dinesen, Welles tornò a interpretare uno dei suoi tipici personaggi onnipotenti ma votati alla solitudine.
Dopo Charles Foster Kane e Mr. Arkadin, anche il facoltoso mercante Mr. Clay è un solitario afflitto dal rancore, una figura decadente che deve affrontare l'amarezza di un'esistenza senza amore e la frustrazione per gli effetti corruttori della ricchezza accumulata.
Finanziato in parte dalla televisione francese ma destinato alla proiezione al pubblico nei cinematografi, "Storia immortale" è un'opera bizzarra che Welles realizzò con molta delicatezza e con un'ironia filosofica frutto della sua maturità artistica, presentandola come una favola sull'eternità e con toni insolitamente pacati rispetto ai suoi precedenti lavori.
Tra le apparizioni degne di nota di Welles durante gli anni sessanta, da ricordare quella nel ruolo del cardinale Wolsey in "Un uomo per tutte le stagioni" del 1966 di Fred Zinnemann.
Nel 1969 recita in "Una su 13," l'ultimo film in cui compare Sharon Tate prima della sua tragica e prematura scomparsa.
Già vincitore di un Oscar nel 1942 per la miglior sceneggiatura originale di "Quarto potere", nella sua carriera Welles ottenne altre quattro candidature e nel 1971 venne insignito dall'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l'organizzazione che presiede all'assegnazione degli Oscar, di un premio alla carriera "per la superlativa capacità artistica e la versatilità dimostrata nella creazione di opere cinematografiche".
Nel medesimo anno recitò in "Dieci incredibili giorni" del 1971, curiosa trasposizione europea di un noto romanzo giallo di Ellery Queen.
Altra grande opera di quegli anni fu il documentario "F come falso" del 1973, in cui il regista esplorò la natura illusionistica della sua arte.
Di costituzione robusta fin dalla nascita, Welles raggiunse un certo grado di obesità con l'avanzare degli anni, e dovette far fronte anche a problemi cardiaci. Durante gli anni settanta comparve in numerose campagne pubblicitarie di prodotti alimentari, in particolare i vini, facendo da testimonial per il marchio "Veuve Clicquot" sulle pagine dei rotocalchi, e per uno spot televisivo della "Paul Masson Wines", un marchio californiano di vini, consolidando la propria fama di buongustaio.
Durante la sua carriera Orson Welles non riuscì a portare a termine diversi progetti che si trovò costretto ad abbandonare per problemi legati alla produzione. Oltre a "It's All True", anche "Don Quixote" e il più recente "The Other Side of the Wind" sono rimaste leggendarie opere incompiute.
Altro film incompiuto del grande regista, ritenuto un'opera persa, fu "Il mercante di Venezia" di cui Welles dichiarò il furto del negativo.
La pellicola, in occasione del Festival di Venezia 2015 e per le celebrazione del centenario della nascita del regista è stata ricostruita partendo da alcuni fortunosi ritrovamenti: presso il "Fondo Welles" di "Oja Kodar", ultima compagna del regista, è stata ritrovata la sceneggiatura originale del film e gli appunti sulla colonna sonora di Angelo Francesco Lavagnino; una copia parziale della pellicola con quasi tutto il girato, è stata poi rinvenuta ad opera di Cinemazero di Pordenone ed altri frammenti sono stati recuperati dagli archivi del Filmmuseum di Monaco di Baviera, della Cinémathèque française e della Cineteca di Bologna.
Tra il 1966 e il 1969 gira il film "The Deep" tratto dal romanzo Punto morto (Dead Calm) dello scrittore Charles Williams.
I protagonisti erano Oja Kodar, Jeanne Moreau, Michael Bryant e Laurence Harvey.
Il film per problemi di produzione rimase incompiuto e la maggior parte del girato andò perduta.
Alcune scene però si trovano in rete.
Nel 1989 il regista Phillip Noyce dallo stesso romanzo girò il film Ore 10: calma piatta (Dead Calm) con Nicole Kidman e Sam Neill.
Welles fece due speciali apparizioni, in qualità di voce narrante, in due canzoni del gruppo epic metal Manowar: "Dark Avenger" tratto dall'album Battle Hymns e "Defender" tratto dall'album Fighting the World.
È inoltre accreditato di alcune parti narrate nel primo album degli Alan Parsons Project, ovvero "Tales of Mystery and Imagination - Edgar Allan Poe".
La sua voce introduce i brani: "A Dream within a Dream" e " The Fall of the House of Usher".
Alan Parsons ha ripubblicato e rimasterizzato in CD l'album nel 1987 aggiungendo i contributi di Welles.
Nella prima edizione del 1976 non compare.
Nella serie televisiva Magnum, P.I. la voce di Robin Master è di Orson Welles. L'identità del misterioso Master avrebbe dovuto essere rivelata nell'ultima puntata della serie e Welles avrebbe dovuto finalmente mostrare il suo volto, ma morì per arresto cardiaco a poche settimane dalle riprese.
Nel film animato "Transformers: The Movie", Welles dà la voce al terrificante e misterioso Unicron, un pianeta che divora altri pianeti, si trasforma in un immenso robot e possiede poteri di portata sconosciuta.
Il film uscì circa un anno dopo la scomparsa dell'attore, nel 1986.
A lui vengono dedicati anche dei documentari:"Rosabella: la storia italiana di Orson Welles" del 1993 per la regia di Gianfranco Giagni e Ciro Giorgini; "È tutto vero" (It's All True) del 1993 per la regia di Richard Wilson, Bill Krohn e Myron Meisel e "The Battle Over Citizen Kane" (The Battle Over Citizen Kane) del 1993 per la regia di Michael Epstein e Thomas Lennon.
Ha ricevuto le candidature agli Oscar per "Quarto Potere" nel 1942 come "miglior film", "Miglior Regista", "miglior attore" e "miglior sceneggiatura originale", quest'ultimo vinto; poi una candidatura nel 1943 per il film "L'orgoglio degli Amberson" mentre nel 1970 ricevette un "Oscar alla carriera".
Ottenne una candidatura ai "BATFA Awards" nel 1968 come "Miglior attore straniero" per il film "Falstaff".
Nel 1952 al "Cannes Film Festival" ottenne una "Palma d'oro" per "Othello".
Nel 1982 fu candidato per il premio "Golden Globe" come
"Miglior attore di supporto" per il film "Butterfly".
Al "Festival del cinema di Venezia" fu candidato nel 1947 per il premio "Leone d'oro" con il film "Lo straniero" ma nel 1970 gli fu assegnato il premio "Leone d'oro alla carriera".
Ricevette un "Grammy Awards" nel 1982 come "Best Spoken Word Recording" per "Donovan's Brain" e nel 1975 ricevette il "Premio alla carriera" dell'"American Film Institute"
Orson Welles morì nell'amata ed odiata Hollywood per un attacco cardiaco, il 10 ottobre del 1985, lo stesso giorno della scomparsa di Yul Brynner, altra leggenda del cinema americano.
Solo il giorno precedente, aveva registrato una puntata televisiva del "Merv Griffin Show", in cui si era esibito in un abile gioco di prestigio.
Negli Stati Uniti, le reazioni alla sua scomparsa furono nettamente diverse da quelle nel resto del mondo: mentre fuori dall'America i necrologi ponevano l'attenzione sui risultati artistici conseguiti da Welles in quasi mezzo secolo di attività, nella sua patria i commenti vertevano principalmente su una carriera dal debutto spettacolare seguita da una quarantina d'anni di attività discontinua e continuamente gravata dallo spettro del fallimento.
Le ceneri di Welles riposano a Ronda in Spagna nella hacienda ovvero la fattoria che fu residenza del torero Antonio Ordóñez e dove il diciannovenne Welles trascorse qualche mese durante i suoi vagabondaggi giovanili.
«Sono solo un poveraccio che cerca di fare del cinema», così si descriveva Orson Welles.

 

 

 

           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VIDEO