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31 MAGGIO 2021

di Maria Anna Avveduto

 

GRETA GARBO
La storia di Greta Garbo conosciuta da tutti come "la Divina"



Greta Lovisa Gustafsson vero nome della nota Greta Garbo, nacque a a Stoccolma in Svezia il 18 settembre 1905 e morì a New York il 15 aprile del 1990 da cittadina americana.
Greta Garbo è stata ed è ancora oggi fra le più celebri attrici della Storia del Cinema mondiale.
Greta per il suo misterioso fascino venne nominata "La Divina".
Greta iniziò la sua carriera di attrice in Svezia ma successivamente venne ingaggiata dalla Metro-Goldwyn-Mayer di cui divenne subito l'attrice di punta tra gli anni venti e gli anni quaranta ottenendo un enorme successo sia nell'epoca del muto che del sonoro.
Grazie al suo talento e al suo carisma fu apprezzata in pellicole divenute dei classici del cinema come Grand Hotel del 1932, La regina Cristina del 1933 e Anna Karenina del 1935.
Greta Garbo ha sedotto generazioni e generazioni di spettatori, diventando una delle più celebri icone dello star system hollywoodiano.
La Garbo ebbe quattro candidature ai premi Oscar e ne ricevette uno alla carriera nel 1955 dopo il suo ritiro dalle scene avvenuto dieci anni prima.
Il suo mito crebbe in contrapposizione in contemporanea con quello di un'altra grande diva Marlene Dietrich star di punta di una casa cinematografica concorrente che contribuì a creare una presunta rivalità tra le due.
L'American Film Institute ha inserito la Garbo al quinto posto tra le più grandi star della storia del cinema.
Greta nacque nel 1905 a Södermalm, un quartiere popolare di Stoccolma, da una famiglia di modeste origini.
Suo padre Karl Alfred Gustafsson lavorava come netturbino e la madre Anna Lovisa Karlsson era una contadina d'origine lappone.
Greta era terza di tre figli, gli altri fratelli erano Alva e Sven.
Greta, dal carattere malinconico e solitario, preferiva restare appartata a fantasticare invece che unirsi con i coetanei a giocare.
L'unico momento di svago che si concedeva era giocare a fare teatro.
La Garbo si travestiva con abiti dismessi, si truccava e organizzava personali spettacoli.
Nel 1920 ancora quindicenne, alla morte del padre a causa dell'epidemia di influenza spagnola, dovette abbandonare la scuola per contribuire al sostentamento della famiglia.
La Garbo si impiegò dapprima in un negozio di barbiere che abbandonò ben presto a causa delle continue avances che riceveva dai clienti, e poi come commessa presso PUB e nei famosi grandi magazzini di Stoccolma.
Ben presto fu notata per la sua avvenenza e le fu chiesto di posare come modella e di apparire successivamente in due brevi cortometraggi pubblicitari.
I cortometraggi attirarono l'attenzione del regista Erik Arthur Petschle che la fece esordire sul grande schermo nella commedia "Luffar-Petter" del 1922.
Queste esperienze convinsero la Garbo a prendere seriamente in considerazione la strada della recitazione. Superando una selezione riuscì a vincere una borsa di studio per l'Accademia Regia di Stoccolma e poco dopo venne chiamata a fare un provino con il quarantenne regista finnico Mauritz Stiller.
Al momento del loro incontro Greta Garbo aveva diciotto anni ed il regista a quell'epoca godeva già di una certa notorietà ed era considerato un innovatore della tecnica cinematografica.
L'artista sarà per lungo tempo mentore e pigmalione della Garbo, nonché amico riservato e prezioso nei primi anni della carriera di lei.
Fu a questo punto della sua vita che Greta Lovisa Gustafsson, su consiglio di Stiller e facendo richiesta al Ministero degli Interni, decise di cambiare il proprio nome in Greta Garbo, ispirandosi a quello di Bethlen Gábor sovrano ungherese del XVII secolo.
Anche il suo look subì dei progressivi mutamenti , vestendo nel tempo libero comodamente e in maniera molto informale, inventando inoltre lo 'stile alla Garbo'
caratterizzato da un abbigliamento androgino con giacche di taglio maschile, pantaloni, camicia e cravatta, riuscendo ad imporre un'immagine innovativa e nel contempo sensuale.
Nel marzo del 1924 venne presentato a Stoccolma il film "La leggenda di Gösta Berling" che venne apprezzato dal pubblico ma fu stroncato dalla critica e Stiller, che ne era il regista, decise di ripresentarlo a Berlino dove registrò un successo incondizionato.
Nella città tedesca Greta fece conoscenza con il regista Georg Wilhelm Pabst che le offrì una parte nel film "La via senza gioia" del 1925, pellicola che si rivelerà un classico della cinematografia e consentirà alla Garbo il lancio verso un futuro hollywoodiano con un contratto alla MGM.
Il produttore Louis B. Mayer si trovava infatti a Berlino alla ricerca di nuovi talenti e su consiglio del regista svedese Sjöström già attivo a Hollywood, propose un contratto a Stiller che però non sarebbe partito senza Greta Garbo.
Mayer avrebbe anche declinato la richiesta ma dopo una visione privata del film pare abbia dichiarato che avrebbe preso subito l'attrice ma non il regista.
Sebbene non parlasse inglese, la Garbo partì per gli Stati Uniti assieme al regista pigmalione Mauritz Stiller.
Lei si aspettava di trovare Stiller come regista del suo primo film a Hollywood ma la pellicola "Il torrente" del 1926 che è tratto da un racconto dello scrittore spagnolo Vicente Blasco Ibáñez, venne invece diretto da Monta Bell.
Nonostante il film non avesse convinto la critica, tutta l'attenzione si concentrò su questa nuova attrice europea tanto che il produttore Irving Thalberg le propose subito dei ruoli simili.
Gioie e dolori si alternarono a lungo nella storia di donna e di attrice della Garbo che scrisse spesso agli amici svedesi di sentirsi sola e infastidita dal clamore della celebrità, dalle incursioni di giornalisti e fotografi nella sua vita privata e d'essere scontenta della qualità dei suoi primi film girati
L'attrice avrebbe desiderato interpretare la parte di Giovanna d'Arco ma le sue aspettative di ottenere ruoli più aderenti alla sua personalità vennero ripetutamente scoraggiate dalla MGM.
Il successo dell'attrice era dovuto anche al fascino del suo volto meravigliosamente illuminato dal direttore della fotografia William H. Daniels.
L'attrice stessa pretese che ci fosse sempre lui nei film in cui lavorava per garantirle una buona riuscita sullo schermo.
La Garbo iniziò ad avanzare anche altre pretese: non voleva visitatori sul set e pretendeva dei paravento per non essere disturbata dalle maestranze.
Iniziò anche a chiedere un salario più alto ad ogni nuovo film.
Tutte le richieste venivano sempre accettate dai dirigenti della MGM tranne una: dovette infatti attendere quattro anni e interpretare ancora sette film muti prima di venire impiegata in un film sonoro.
La casa di produzione, consapevole del forte accento svedese dell'attrice, non voleva rischiare di perdere la star che garantiva i maggiori incassi: molti attori e attrici infatti avevano fallito il passaggio dal muto al sonoro.
Alla fine trovarono una storia adatta a lei nella quale interpretava una ragazza di origini svedesi.
Nel film "Anna Christie" del 1930, Greta Garbo finalmente potè dar voce ai suoi personaggi per la prima volta in una pellicola.
La sua prima battuta fu rivolta a un barman: "Gimme a whisky, ginger ale on the side, and don't be stingy, baby!" che tradotta in italiano è "Dammi un whisky, ginger ale a parte, e non essere tirchio, amico!".
I rotocalchi dell'epoca non mancarono di salutare in maniera entusiastica l'avvenimento, titolando a caratteri cubitali: "la Garbo parla".
Nel 1950 Greta Garbo diventò cittadina statunitense.

Negli ambienti cinematografici sono molte le leggende cresciute insieme e attorno alla figura di Greta Garbo. Molto si è detto sulla sua presunta idiosincrasia a girare in presenza di persone non strettamente qualificate come 'addetti ai lavori', così come la stampa rosa d'ogni tempo ha accanitamente studiato al microscopio tendenze sessuali e rapporti interpersonali della signorina Greta Garbo che per i fotoreporter era possibile immortalare solo di sfuggita avvolta in un cappotto, occhialoni grandi e un foular alla testa per coprirsi.
Molto chiacchierata a Hollywood fu la storia d'amore che la Garbo ebbe con l'attore americano John Gilbert, una delle stelle del cinema muto.
Sebbene sinceramente legata a lui, l'attrice non esitò a lasciarlo quando questi le chiese di sposarlo. All'avvento del sonoro la carriera cinematografica di Gilbert era entrata in crisi poiché il suo timbro vocale non si rivelò adeguato alle pellicole parlate ma Greta non lo abbandonò. Lo impose al regista Rouben Mamoulian nel 1933 per un ruolo di comprimario nel film "La regina Cristina" che si rivelò un grande successo al botteghino.
Durante gli anni trenta l'attrice visse un'altra importante storia sentimentale con il compositore Leopold Stokowsky coronata da una romantica fuga d'amore nel 1938 a Ravello sulla costiera amalfitana.
Varie biografie confermano l'intensa relazione lesbica fra la Garbo e Mercedes de Acosta poetessa statunitense di origine spagnola, considerata una delle "pioniere" del lesbismo negli ambienti hollywoodiani.
Riservata fino all'eccesso, la Garbo non perdonò mai alla de Acosta di aver diffuso alla stampa informazioni sulla loro storia sentimentale e perciò chiuse ogni rapporto con lei.
In numerose lettere la poetessa implorò il suo perdono, ma l'attrice non cedette: la de Acosta morirà sola e povera nel 1968 a New York.
Sul grande schermo Greta Garbo è stata anche spia, regina del doppio gioco, assassina, aristocratica, moglie infedele, ammaliatrice e donna irresistibile, cortigiana e prostituta.
Il regista Ernst Lubitsch intravide le sue ulteriori potenzialità e nel 1938 le fece interpretare il ruolo della protagonista di un'esilarante commedia "Ninotchka" in cui la diva dimostrò insospettate doti di attrice brillante e dove per la prima volta sullo schermo la si vide ridere.
Dopo la delusione per l'inatteso e clamoroso insuccesso del film "Non tradirmi con me" del 1941, a soli 36 anni la Garbo decise di ritirarsi definitivamente dalle scene e per il resto della sua esistenza sfuggì sempre la notorietà.
Le sue ultime interviste al 1928 concessa alla scrittrice Rilla Page Palmborg e al 1929 concessa al cronista del New York Times Mordaunt Hall.
Nel 1949 alcuni produttori la contattarono per interpretare la malinconica ex diva del muto Norma Desmond in "Viale del tramonto", ma l'attrice, ormai ritiratasi da diversi anni, non prese neppure in considerazione la proposta e così la parte andò a Gloria Swanson.
La rivista "Variety" nel 1950 nominò la Garbo migliore attrice dei primi cinquant'anni del secolo.
Nel 1954 le fu conferito un premio Oscar alla carriera e come migliore attrice era stata candidata quattro volte dall'Academy Award come miglior attrice con "Anna Christie" nel 1930, con "Romanzo" sempre nel 1930, con "Margherita Gauthier" nel 1937 e con "Ninotchka" nel 1939, senza mai vincerlo.
Greta Garbo stabilì la propria residenza a New York in un lussuoso appartamento alle cui pareti erano appesi alcuni quadri di Renoir, uno fra i suoi pittori preferiti.
Dal ritiro dalle scene fino alla morte, avvenuta al Medical Center di Manhattan nel giorno di Pasqua del 1990, l'attrice condusse una vita assolutamente riservata cercando il più possibile di evitare giornalisti e fotoreporter restando affiancata solo dalla nipote e dai parenti.
La Garbo appartiene tuttora al mito e all'immaginario collettivo.
Oggi Greta Garbo riposa nel cimitero di Skogskyrkogården, a Stoccolma in Svezia.
A Greta Garbo sono ispirati numerosi brani musicali, tra cui il brano "Just Like Greta" contenuto nell'album "Magic Time" di Van Morrison; fu menzionata nel brano "My Name Is Jack" contenuto nell'album "Mannerisms" di Manfred Mann; nella canzone "Vacanze romane" dei Matia Bazar; nel brano
"Vogue" il primo singolo estratto dall'album "I'm Breathless" di Madonna e nel brano "Bette Davis Eyes".
Ma non mancano anche le citazioni cinematografiche come nel film "Cercando la Garbo" di Sidney Lumet del 1984, in cui il suo personaggio fu interpretato da Betty Comden.
Tra i film interpretati da Greta Garbo ricordiamo i cortometraggi dei suoi inizi: "Herr och fru Stockholm" di Ragnar Ring del 1920,"En lyckoriddare" di John W. Brunius del 1921 e in "Konsum Stockholm Promo" di Ragnar Ring del 1921; tra i films: "Luffar-Petter" di Erik A. Petscheler del 1922, "Kärlekens ögon" di John W. Brunius del 1923,
"I cavalieri di Ekebù" di Mauritz Stiller del 1924,
"La via senza gioia"di Georg Wilhelm Pabst del 1925, "Il torrente" di Monta Bell del 1926,"La tentatrice" di Fred Niblo del 1926, "La carne e il diavolo" di Clarence Brown del 1926, "Anna Karenina" di Edmund Goulding del 1927, "La donna divina" di Victor Sjöström del 1928, "La donna misteriosa" di Fred Niblo del 1928, "Il destino" di Clarence Brown del 1928, "Orchidea selvaggia" di Sidney Franklin del 1929, "Donna che ama" di John S. Robertson del 1929, "Il bacio" di Jacques Feyder del 1929, "Anna Christie" di Clarence Brown del 1930; "Romanzo" di Clarence Brown del 1930, "Anna Christie"di Jacques Feyder del 1931, "La modella" di Clarence Brown del 1931, "Cortigiana" di Robert Z. Leonard del 1931, "Mata Hari" di George Fitzmaurice del 1931, "Grand Hotel" di Edmund Goulding del 1932, "Come tu mi vuoi" di George Fitzmaurice del 1932, "La regina Cristina" di Rouben Mamoulian del 1933, "Il velo dipinto" di Richard Boleslawski del 1934, "Anna Karenina" di Clarence Brown del 1935, "Margherita Gauthier" di George Cukor del 1936,
"Maria Walewska" di Clarence Brown del 1937, "Ninotchka" di Ernst Lubitsch del 1939 e "Non tradirmi con me" di George Cukor del 1941.
Grata Garbo ha ricevuto l'onoreficenza della stessa sulla Hollwydood Boulevard e l'onoreficenza di "Commendatore dell'Ordine della Stella Polare".

               

 

 

 

 

 

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